«Trentino, promozione al ribasso»

Francesca Maffei boccia il marketing e attacca: «Eccellenze dimenticate» di Robert Tosin

Trentino marketing? Autoreferenziale. Il marchio unico? Un concetto vuoto. La promozione di tutti i territori? Un errore madornale.

Francesca Maffei, vicepresidente nazionale dei giovani albergatori, albergatrice lei stessa a Madonna di Campiglio, boccia decisamente la società di promozione della Provincia e la filosofia che dovrebbe indirizzarla. Senza mezzi termini.

Idee chiare, la giovane imprenditrice, e altrettanto il linguaggio in un settore dove di solito si dice e non si dice. «Non è una questione di elasticità della struttura, qui è proprio sbagliato il concetto di fondo: l’idea di fare del Trentino un territorio tutto turistico non esiste. In questo modo si porta ad un livellamento verso il basso e le eccellenze che abbiamo si annacquano».  La strategia di “vendere” il Trentino con un marchio unico che comprende tutto non piace molto a Francesca Maffei. «Si insiste su questa strada, quella del marchio unico. Ma dentro cosa c’è? Che messaggio diamo al turista? Sì il Trentino è un’oasi di pace, ma chi ascolta questo messaggio si chiede dove andare e cosa fare. E’ un marchio vuoto e per fare questo sono stati distrutti i veri marchi del Trentino, quelli che tirano e che trainano anche gli altri territori».  Se qualcuno ha storto il naso sulla struttura in sé – ancora in attesa di un direttore che però Mellarini ha assicurato che sarà presto individuato – le preoccupazioni maggior sono in effetti sulla strategia che la società di promozione dovrà adottare. Una strategia che dovrebbe arrivare dall’assessorato e messa in pratica dai tecnici, in una separazione netta fra politica e operatività. Ma su come debbano nascere i progetti restano ancora forti dubbi. In teoria dovrebbe essere le Apt locali a lavorare per produrre dei pacchetti d’offerta da vendere poi, attraverso Trentino marketing, al mercato nazionale ed estero. Il tutto in un’ottica abbastanza comune per tutto il territorio, teso ad una promozione unitaria.  «Il Trentino ha grosse potenzialità ed ha località decisamente belle. Ma non tutte sono vocate al turismo e dobbiamo prenderne atto. Che senso ha investire sul Bondone come ci si ostina a fare? Intanto si tolgono risorse alle nostre punte di diamante, alle località che hanno un brand tutto loro, un marchio riconosciuto ovunque. Perché Fiemme, Campiglio, il lago di Garda dovrebbero sciogliere il loro marchio in quello generico del Trentino?».  Sarebbe più produttiva, dunque, una forte accelerazione sui gioielli del Trentino, prendendo atto che nelle nostre vallate ci sono località più portate alla sagra di paese e altre che invece sono punto di riferimento per il turismo internazionale. «Non si tratta né di sminuire né di svilire, ma semplicemente di investire sulle eccellenze. E queste serviranno anche di traino al territorio circostante. Un esempio emblematico è la val Rendena, turistica nel momento in cui gode dei benefici del traino di Madonna di Campiglio. Mettere tutto sullo stesso livello è come aprire un ombrello che però non ripara più dalla pioggia che arriva da tutte le parti, ormai. Ma forse facendo finta di accontentare tutti porta consensi politici». Il nocciolo della questione sta che nella politica promozionale non sono coinvolti gli albergatori. «Eppure siamo il traino del settore e forse qualcosa da dire ce l’avremmo anche noi, visto che siamo sul territorio e viviamo tutti i giorni problemi ed esigenze dei turisti. I tecnici? Mah! Non credo che qualcuno solo perché ha un master al Tsm possa sfoderare la bacchetta magica e risolvere i problemi».

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27 aprile 2011
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